Con i cambiamenti climatici arrivano le prime coltivazioni di frutta esotica Made in Italy insieme a tante altre produzioni tropicali di largo consumo come la banana e specialità meno conosciute come lo zapote nero, il curioso frutto al gusto di cioccolato, fino alla sapodilla.
È quanto emerge dal primo studio Coldiretti “I tropicali italiani” presentato in occasione dell’apertura del Villaggio Contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello con oltre diecimila agricoltori
In un caso su mille, date le notizie degli ultimi anni, il clima si rivela alleato dell'agricoltura.
Un vero e proprio boom con gli agricoltori, prima tagliati fuori da questo business, che riescono sempre più a ritagliarsi ruoli da protagonista.
"Quello della frutta tropicale Made in Italy - sottolinea la Coldiretti - è un fenomeno esploso per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima e destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole. Lo dimostra il fatto che si è passati da pochi ettari piantati con frutti tropicali a oltre 500 ettari con un incremento di 60 volte nel giro di appena cinque anni".
Come in molti altri settori è la Sicilia la più proficua per quanto riguarda le coltivazioni di frutti esotici Made in Italy. Nel video il tg1 ha dedicato attenzione all'azienda siciliana L'orto di Nonno Nino, pioniera nella coltivazione di esotico Made in Italy.
Un altro esempio virtuoso è la Goji Pachino, che ha investito l'esperienza ventennale nella produzione di bacche esotiche.
"A far la parte del leone è la Sicilia – spiega Coldiretti - con coltivazioni ad avocado e mango di diverse varietà nelle campagne tra Messina, l’Etna e Acireale, ma anche a frutto della passione, zapote nero (simile al cachi, di origine messicana), sapodilla (dal quale si ottiene anche lattice), litchi, il piccolo frutto cinese che ricorda l’uva moscato. Il tutto grazie all’impegno di giovani agricoltori – ricorda la Coldiretti - che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici, in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni. Tropicali italiani anche in Calabria dove alle coltivazioni di mango, avocado e frutto della passione si aggiungono melanzana thay (variante thailandese della nostra melanzana), macadamia (frutta secca a metà tra mandorla e nocciola) e addirittura la canna da zucchero, mentre l’annona, altro frutto tipico dei paesi del Sudamerica è ormai diffuso lungo le coste tanto da essere usato anche per produrre marmellata".
I prodotti esotici vanno per la maggiore negli ultimi tempi, merito della rinnovata attenzione verso il salutismo ma anche, in buona parte, del fattore moda.
Tuttavia gran parte dei consumatori dichiara, a parità, di preferire prodotti esotici coltivati in Italia.
"Un segmento di mercato – precisa la Coldiretti – che sta crescendo vertiginosamente considerato che oltre sei italiani su 10 (61%) acquisterebbero banane, manghi, avocado italiani se li avessero a disposizione invece di quelli stranieri, secondo un sondaggio Coldiretti-Ixè diffuso per l’occasione. Il 71% dei cittadini sarebbe inoltre disposto a pagare di più per avere la garanzia dell’origine nazionale dei tropicali. Una scelta motivata dal maggiore grado freschezza ma anche dal fatto che l’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,8%), quota inferiore di 1,6 volte alla media dell’Unione Europea (1,3%) e ben 7 volte a quella dei Paesi extracomunitari (5,5%)".
Nonostante le infrastrutture e la burocrazia sia da sempre un ostacolo per lo sviluppo del settore agricolo italiano, molte le aziende che, grazie all'innovazione, stanno facendo passi da gigante.
“Il fenomeno della frutta esotica italiana, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori - commenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nel settore ortofrutticolo che troppo spesso viene però ostacolata da un ritardo organizzativo, infrastrutturale e diplomatico che ha impedito all’Italia di agganciare la ripresa della domanda all’estero, con un crollo nell’ortofrutta fresca esportata nel 2018 dell’11% in quantità e del 7% in valore, rispetto all’anno precedente. Ttrasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo restano, a nostro avviso, una priorità".
Frutti Esotici Made in Italy | Caratteristiche | Origine | Luogo di coltivazione in Italua |
---|---|---|---|
Avocado | Simile a una pera, è considerato un frutto “grasso” | Messico – Centro America | Sicilia, Calabria |
Mango | Di varietà Maya e Nam doc mai, dolce e succoso ricorda la pesca | Asia meridionale, Australia | Sicilia, Calabria |
Banana | Il più conosciuto | Asia meridionale, Sudamerica, Africa | Sicilia |
Papaya italiana | Succosa e rinfrescante, a metà strada tra l'albicocca ed il melone | Sudamerica, America centrale, Asia | Sicilia |
Frutto della Passione | Profumo intenso e sapore dolce acidulo | Sudamerica, Asia | Sicilia, Calabria |
Zapote Nero | Ricorda nella forma il cachi e nel sapore il cioccolato | America centrale, Asia | Sicilia |
Sapodilla | Nel sapore è simile alla pera, se ne ricava anche lattice | America centrale, Sudamerica | Sicilia |
Melanzana Thay |
Variante asiatica della nostra melanzana |
Asia | Calabria |
Macadamia | Tipo di frutta secca a metà tra mandorla e nocciola | Sudafrica, Sud e Nord America | Calabria |
Annona | Ricco di zuccheri, dal sapore acidulo-dolciastro | America centrale, Sudamerica | Calabria |
Litchi | Piccolo frutto di origine cinese, ricorda l’uva moscato | Asia | Sicilia |
Canna da Zucchero | Pianta da cui si ricava lo zucchero di Canna | Asia, Sudamerica | Calabria |
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