Il melograno è il nome della pianta che produce la melagrana, il noto frutto rosso pieno di grani con poche calorie ma proprietà straordinarie.
Gli italiani, tuttavia, sono abituati a chiamare melograno sia l'albero che il frutto tant'è che anche il termine improprio è ormai entrato a far parte del linguaggio comune, sia scritto che parlato.
Il nome melograno, in effetti, deriva dalle parole latine malum e granatum che, fuse e tradotte, significano letteralmente mela con i semi.
Quanto alle altre lingue, i termini da cercare sul menù o sull'etichetta quando si viaggia sono pomegranate (melograno in inglese), granada (spagnolo), grenade (francese)
Le proprietà di uno trai i più grandi dei frutti rossi sono note sin dall'antichità anche se, solo di recente, sono state corroborate da attendibili studi scientifici.
È anche per questo motivo se sul melograno esistono miti e leggende: storie diverse che attribuiscono al frutto dai mille semi, da sempre simbolo di fertilità, poteri miracolosi e caratteristiche ultraterrene.
Una fama che non è affatto scemata, anzi, è cresciuta grazie alla rinnovata attenzione verso il salutismo, i superfruit, i prodotti bio e a km 0.
Pur essendo originario dell'Asia occidentale, il melograno cresce benissimo in tutto il Mediterraneo con un solo albero che può generare centinaia e centinaia di frutti.
Partiamo dalle basi, il melograno si può mangiare in moltissimi modi diversi: sgranato, sotto forma di succo o estratto, in insalata, come condimento di paste e risotti e persino per impreziosire, in termini di sapore e aroma, piatti a base di pesce o pollo.
Il punto di partenza, in ogni caso, è quello di aprirlo, sbucciarlo, spremerlo o sgranarlo nella maniera giusta in rapporto alla ricetta scelta.
Come aprire il melograno dunque? Il primo taglio va fatto in base all'obiettivo: se lo vogliamo spremere, per esempio, il frutto dovrà essere tagliato a metà e trattato come una comunissima arancia; se, invece, lo vogliamo servire in maniera scenografica, dovrà essere scoperchiato e poi reciso in più punti laterali.
Se lo vogliamo sgranare, infine, dovrà essere tagliato in più punti e poi battuto con un cucchiaio.
Il video del paragrafo precedente mostra in tutti e tre i casi come fare anche se ogni opzione ha vantaggi e svantaggi.
Abbiamo visto che spremere il melograno è davvero semplice, si può trattare il frutto come una comune arancia, il problema è che la parte bianca e fibrosa, che in genere non si mangia, ha un sapore amarognolo e rischia di inficiare il risultato finale.
Come fare dunque?
Esistono diverse alternative: si può usare uno strumento diverso rispetto al tradizionale spremiagrumi denominato spremi e pressa o, in alternativa, un estrattore.
Sconsigliati, proprio per i motivi sopraesposti, frullatori o centrifughe.
Per fare il succo di melograno si può dunque fare una tradizionale spremuta qualora il retrogusto amaro sia di tuo gradimento, inserire le varie parti in un estrattore, oppure pressare anziché spremere i frutti.
Sgranare il melograno è ancora più semplice, si possono seguire le indicazioni del video (praticare più tagli e poi battere il frutto con un cucchiaio) oppure eseguire la stessa operazione tagliando il frutto a metà.
Il melograno non si sbuccia, come abbiamo visto nei precedenti paragrafi si sgrana oppure si spreme.
La parte bianca, infatti, ha un sapore sgradevole e, pertanto, è considerata non commestibile.
Minerali, vitamine e fibre: il melograno è un autentico toccasana.
Un frutto pesa circa 450 grammi ma per calcolare le calorie bisogna considerare solo gli arilli ( i grani).
100 grammi di grani di melagrana hanno circa 75 kcal.
Gran parte del frutto è costituito da acqua (l'80%) mentre la parte restante da zuccheri, fibre, proteine e lipidi.
Il melograno, oltre ad essere ricco di vitamine A e C, è,al pari della banana, una buona fonte di potassio: basti pensare che 100 grammi della parte edibile (i grani) ne contengono ben 236 mg (il fabbisogno giornaliero è di 3 grammi).
Da segnalare anche quantità interessanti di sodio, magnesio, ferro e fosforo.
Quanto alla vitamina C, un melograno contiene il 48% del fabbisogno giornaliero, meno di un'arancia o di un kiwi giallo (che ne contiene oltre 160 mg ogni 100 grammi).
Notevole, infine, l'apporto di calcio.
Nutrienti melograno | Quantità |
---|---|
Acqua | 77,93 g |
Proteine | 1,67 g |
Lipidi | 1,17 g |
Acidi grassi saturi | 0,12 g |
Acidi grassi monoinsaturi | 0,09 g |
Acidi grassi polinsaturi | 0,08 g |
Colesterolo | 0,0 mg |
Carboidrati | 18,7 g |
Fibra Alimentare | 4,0 g |
Sodio | 3,0 mg |
Potassio | 236,0 mg |
Ferro | 4,2 mg |
Calcio | 10,0 mg |
Fosforo | 36,0 mg |
Zinco | 0,35 mg |
Vitamina B1 | 0,07 mg |
Vitamina B2 | 0,05 mg |
Vitamina PP | 0,29 mg |
Vitamina B6 | 0,08 mg |
Vitamina C | 10,2 mg |
Vitamina A | 15,0 mcg |
Alla luce di quanto esposto sopra, possiamo individuare i principali benefici del melograno
Contrariamente a quanto pensavano gli antichi, il melograno non fa miracoli ma, ad ogni modo, la risposta, studi scientifici alla mano è sì, il melograno ha proprietà antitumorali.
Questo grazie alla presenza di tannini e polifenoli che contrastano l'azione dei radicali liberi, da qui anche il potere anti-age.
Entrando nel dettaglio, ricerche specifiche, hanno dimostrato effetti interessanti circa la capacità di contrastare l'insorgere del tumore al seno, alla prostata e alla pelle.
Cancro a parte, come abbiamo, un melograno al giorno aiuta a mantenere l'epidermide liscia, elastica e priva di rughe: aiuta, insomma, a mantenersi più giovani e belli.
Tra i benefici del melograno sembra esserci anche quello di essere un prezioso alleato contro il diabete (Leggi a tal proposito i benefici dello zenzero).
È quanto emerso da uno studio del Technion-Israel Institute of Technology di New York condotto per tre mesi su un campione di pazienti che hanno quotidianamente bevuto 180 ml di succo di melograno al giorno.
Dalla ricerca è emerso che il melograno riduce l'assorbimento di colesterolo “cattivo” (LDL) da parte dei macrofagi (cellule del sistema immunitario) che è anche una delle cause scatenanti dell'aterosclerosi.
Ma non solo, gli zuccheri contenuti nel melograno non peggiorano i parametri del diabete.
Anche se non fosse un alleato, insomma, il succo di melograno sarebbe comunque il miglior frutto possibile da servire ad un paziente diabetico.
L'habitat ideale del melograno è il Medio Oriente perché questa pianta non ama il clima torrido ma neppure le temperature gelide.
Quando la colonnina di mercurio scende al di sotto dei -10 ° C l'albero viene messo a dura prova.
Dopo un lungo periodo di disinteresse, oggi le coltivazioni di melograno sono tornate in auge per motivi sia ornamentali che salutari.
La pianta produce infatti dei fiori arancio-rossi molto appariscenti che persistono per un lungo periodo compreso tra la primavera e l'estate; anche i frutti hanno un valore estetico non indifferente e sono molto belli da vedersi quando raggiungono l'apice della maturazione (come nella foto).
Il vero motivo per cui la coltivazione di melograno è tornata di moda, tuttavia, è alimentare in quanto tanti salutisti hanno mostrato un rinnovato interesse per la melagrana bio a km 0.
Non c'è che dire: la melagrana colta e mangiata, in un periodo come l'autunno in cui i malanni di stagione sono in agguato, è quanto di più salutare possa esistere.
La stagione del melograno è l'autunno, i frutti cominciano a maturare a partire dal mese di ottobre ed è possibile raccoglierli per i successivi tre mesi.
Ti consigliamo al proposito la lettura della nostra guida sulla frutta di stagione.
Come abbiamo accennato nei paragrafi precedenti il melograno è l'ingrediente chiave di moltissime ricette, anche salate.
Vediamo le più famose:
Allargando l'inquadratura, i semi di melograno essiccati, chiamati anardana, insaporiscono infiniti piatti, quasi tutti i grandi classici della cucina indiana.
Il prezzo del melograno è 1,80-2,50 € al kg ma molto dipende dalla stagione e dalla provenienza dei frutti.
In estate, nei supermercati più economici, si può trovare al prezzo di 2,99€ al kg.
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