Com'è cambiata la spesa degli italiani ai tempi del coronavirus? Tanto, tantissimo e, purtroppo, non in meglio.
La fobia di rimanere senza scorte ha portato tutti a fare acquisti in massa, trascurando l'ortofrutta e privilegiando alimenti da dispensa.
Un fenomeno in controtendenza rispetto a quello iniziale quando si era registrato un boom di ortofrutta: spazzato via con l'esplosione dell'epidemia, la stretta del governo e la paura generale.
Ma la frutta e la verdura, lo ha ricordato anche il ministro Bellanova nella sua decisione di tenere aperti i mercati, è importantissima anche per prevenire il covid-19: rafforza le difese immunitarie e combatte l'obesità in queste settimane di sedentarietà estrema.
Abbiamo raccolto, in una tabella, le percentuali di crescita dei cibi da dispensa più venduti nella settimana tra l'8 e il 15 marzo
Acquisti di cibo ai tempi del coronavirus | Percentuale di vendita |
---|---|
Uova | +50% |
Latte | +47% |
Tonno | +34% |
Salumi | +22% |
Legumi | +83% |
Lievito di birra | +70% |
Fagioli conservati | +72% |
Parmigiano | +38% |
Carne in scatola | +82% |
Pasta | +57% |
Caffè | +17% |
Acqua in bottiglia | +9% |
Il risultato è che in 4 famiglie su dieci (38%) sono state ammassate scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovarli più disponibili sugli scaffali.
"Un comportamento irrazionale - commenta Coldiretti - che oltre a costringere a pericolose file mette sotto pressione il lavoro di oltre tre milioni di italiani ai quali è stato richiesto di continuare ad operare nella filiera alimentare, dalle campagne all’industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. Una realtà che allargata dai campi agli scaffali – continua la Coldiretti – vale 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil grazie al lavoro tra gli altri di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia, tra ipermercati (911) supermercato (21101), discount alimentari (1716), minimercati (70081 e altri negozi (138000). Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – sottolinea la Coldiretti - viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende continuano a produrre per seguire i cicli della natura, dall’attività di allevamento a quella di coltivazione, come dimostrano le campagne social avviata dalla Coldiretti #l’agricolturanonsiferma e #MangiaItaliano".
Per affrontare l’emergenza Coronavirus e combattere le speculazioni tipiche ei momenti di guerra è nata “l’alleanza salva spesa Made in Italy con agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale che si impegnano a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole” promossa da Coldiretti e Filiera Italia insieme ai grandi gruppi della distirbuzione commerciale Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè.
“Anche in questi momenti di emergenza - è l'appello degli attori della filiera - la catena produttiva, logistica e distributiva è riuscita a garantire i beni necessari per tutte le famiglie italiane. Il modo per ringraziare tutte queste persone del loro sacrificio e forte senso di responsabilità è uno solo: ogni volta che puoi chiedi e compra prodotti italiani. Noi dal canto nostro faremo la nostra parte. Vigilando insieme che lungo tutta la filiera sia premiato e valorizzato chi adotta pratiche commerciali corrette e trasparenti. Ed escludendo e denunciando chiunque possa pensare in un momento così delicato di speculare o approfittare di situazioni di carenza o di eccesso di prodotto abbassando il prezzo ingiustificatamente sui prodotti più richiesti. Chiediamo al Governo e alle autorità pubbliche di aiutarci nel lavoro di rifornire gli italiani dei beni essenziali, con provvedimenti semplici e chiari che permettano con la massima sicurezza possibile la continuità della raccolta, della produzione, della trasformazione e della distribuzione dei prodotti di largo consumo”.
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