Notizie incoraggianti, dal settore ortofrutticolo: l’esportazione dell’ortofrutta italiana, nei primi tre mesi del 2020, è cresciuta del 6,9% rispetto al 2019 (per un totale di +92 milioni di Euro) in termini di valore. Al contrario, i volumi sono calati del 4,9%. A dirlo è Fruitimprese, sulla base dei dati ISTAT.
Nello stesso periodo (gennaio - marzo 2020), le importazioni sono cresciute del 7,8% a livello di volume e del 13,1% a livello di valore, per un totale di 997.000 tonnellate contro le 899.560 tonnellate di ortofrutta esportata. Diversa è la situazione quando si parla di valore: i questo caso, il valore dell’export è di 210 milioni di euro in più rispetto al valore dell’import (nel 2019, lo stesso trimestre registrava però un saldo commerciale del +16,6%).
Interessante è notare come le limitazioni imposte dal lockdown non abbiamo inciso sull’export. Durante il mese di marzo, quando sono cominciate le chiusure per arginare il contagio da Covid-19, il fatturato dell’export è aumentato del 7,1%: in totale, le esportazioni hanno raggiunto 1 miliardo e 291 milioni di euro, per un totale di 900.000 tonnellate. Tuttavia, se l’export degli ortaggi è aumentato dell’8,2% e quello degli agrumi dello 0,1% in termini di volume, l’export di frutta fresca e di frutta secca è diminuito (rispettivamente del 14,5% e del 6,5%). Analizzando i valori, invece, solo la frutta fresca è decresciuta (-3%): l’export di ortaggi è aumentato dell’11,4%, l’export degli agrumi del 16,5% e l’export della frutta secca del 21,4%. “Il comparto non solo ha tenuto durante l’emergenza, ma è stato in grado di reagire prontamente garantendo forniture sicure di prodotto ai consumatori” ha commentato Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, spiegando anche come le aziende del settore ortofrutticolo siano riuscite a mettere in sicurezza i lavoratori e gli ambienti di lavoro.
Durante il lockdown, l’industria ortofrutticola ha lavorato in un condizioni di simil normalità. “La bilancia commerciale dell’ortofrutta nel primo trimestre dell’anno va giudicata positivamente anche se siamo ben lontani da quello che il comparto può esprimere in termini di export” ha spiegato Salvi. Per un concreto rilancio dell’export, le imprese attendono una svolta politico-diplomatica per l’apertura di nuovi mercati in Asia, in Estremo Oriente e in America Centrale. Allo stesso modo, il settore attende un rilancio dei consumi nazionali. Un progetto completo, che spieghi agli italiani quanto i prodotti ortofrutticoli siano importanti per la salute, in un regime di dieta mediterranea e di sicurezza alimentare.
Infine, un dato preoccupante: “Abbiamo registrato un calo dei consumi di frutta estiva come meloni, pesche/nettarine, albicocche: sono prodotti che richiedono il caldo e il bel tempo, ma che scontano un calo produttivo a causa delle gelate e dell’incertezza economica generale che limita gli acquisti”. Un quadro, questo, che i prezzi al dettaglio (ancora elevati, nonostante il calo dei costi di produzione) non agevolano.
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